Il Piano d’Azione Nazionale su Impresa e Diritti Umani 2016-2021 ha incoraggiato numerosi interlocutori a trasmettere il proprio contributo in particolare è stata manifestata l’importanza di agevolare un accompagnamento delle imprese nel loro percorso di crescita sui temi del valore sociale e della sostenibilità, ampliando la platea delle imprese che pubblicano volontariamente le informazioni di carattere non finanziario nei loro bilanci e incoraggiandole ad adottare nuovi approcci comunicativi relativi all’impronta ecologica dei loro prodotti e processi produttivi.
Il medesimo approccio aperto e dialogante ha permesso di compilare il secondo Piano d’Azione Nazionale su Impresa e Diritti Umani 2021-2026, con due importanti innovazioni:
la prima è di ampio respiro e ha ad oggetto la multi-settorialità dei contenuti, proprio per rispondere alle molteplici sfide che il dossier impone; la seconda è di natura metodologica ed
è rappresentata dall’introduzione di indicatori di monitoraggio, oggetto di costante scambio di informazioni aggiornate da parte della governance istituzionale quanto agli impegni volontari assunti nel Piano per una migliore traduzione dei Principi Guida nella pratica quotidiana delle attività di natura statale ed imprenditoriale. In questo sistema permane, a conferma dell’importanza della collaborazione pubblico-privato, l’assetto multi-stakeholder che presenta la duplice natura operativa strettamente inter-istituzionale – rappresentata dal Gruppo di Lavoro/GLIDU presso il Comitato Interministeriale per i Diritti Umani nel Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – e di confronto e dialogo con i rappresentanti della società civile e dell’impresa in occasione di incontri periodici ed eventi dedicati.
Il valore aggiunto del dialogo multi-stakeholder – come dimostra questo importante appuntamento editoriale annuale – è fondamentale per incrementare l’attenzione nazionale sul
dossier. Soltanto riconducendo le istanze, decisamente divergenti ma non contrastanti, ad una riflessione congiunta è possibile non soltanto definire insieme le nuove priorità operative ma anche facilitare il dialogo per un’applicazione dei Principi Guida più soddisfacente e ancor più multi-settoriale. Oggi, oramai, non è più possibile parlare di strategia d’impresa senza includere la promozione e la protezione dei diritti umani in questa visione globale
Seppur fondamentali, il welfare aziendale oggi non può più limitarsi ai soli incentivi e benefit monetizzabili. La pandemia ha accelerato un processo già in essere che ha portato le
aziende al centro, conferendo loro la responsabilità di soddisfare i bisogni di ricerca del benessere dell’intero ecosistema in cui operano, compresi quelli dei propri dipendenti. Welfare e wellbeing non possono più dunque essere pensati come concetti tra loro separati e il benessere del lavoratore non
può più essere visto solo in ottica finanziaria ma va necessariamente aggiunta la prospettiva psicofisica, forse ancor più importante.
Dall’indagine Global Health Monitor di Ipsos, condotta presso oltre 23.000 adulti in 21 paesi nel mondo tra luglio e agosto del 2023, emerge nettamente come la salute mentale sia il problema
sanitario più grave da affrontare oggi, ancor più del cancro, con il 44% delle citazioni, 8 punti percentuali in più rispetto al 2022 e 17 rispetto al periodo pre-pandemia. Ragionevolmente, crolla la preoccupazione per il Covid19 che passa dal 47% nel 2022 al 15% nel 2023.
l Global Happiness Index 2023 di Ipsos ci fornisce una mappa per decodificare i fattori che impattano sulla felicità degli individui I driver forti, quelli che impattano con maggior
intensità sulla nostra felicità: ad emergere in solitaria il sentirsi amati. Rimanendo sempre nella fascia alta ecco che compaiono le altre relazioni interpersonali con
amici, colleghi, figli, partner e altri famigliari. Forte poi il bisogno di gestire liberamente il proprio il tempo in sicurezza, per stare a contatto con la natura piuttosto che per informarsi o intrattenersi così da arricchire il proprio bagaglio esperienziale ed educativo. Nella parte che impatta in misura media sulla nostra felicità troviamo le specifiche condizioni di vita psico-fisica ed è qui che si
inserisce la sfera lavorativa. Ciò che contribuisce invece a renderci profondamente infelici è la situazione economico – finanziaria, personale in primis ma anche su scala nazionale e globale, qualora non risponda agli standard necessari per renderci soddisfatti.
L’indagine è stata condotta presso un
campione di 22.508 adulti fino a 75 anni
in 32 paesi, dal 22 dicembre 2022 al 6 gennaio 2023.
tratto da 2′ Report OIIDU