La rassegna Chicchibio si svolge i giovedì di luglio nell splendida cornice del Mic di Faenza, il prestigioso Museo Internazionale della Ceramica , Chicchibio nato dalla collaborazione con la rivista Gagarin, Daniela Corrente e la direzione del Mic, vuole essere un incontro, un dialogo aperto tra Ceramica, Cucina e Cultura.
Autori di varia estrazione saranno i protagonisti di queste serata.
Le degustazioni sono a cura degli chef del Trigabolo e degli autori.
Presentazione + visita al museo + degustazione .
( l’evento è a numero chiuso e su prenotazione )
Il ricavato sara’ devoluto favore del Mic
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Abbiamo predisposto anche pacchetti Chicchibio GranTour
per chi desidera soggiornare e conoscere il territorio.
Per qualsiasi informazione potete contattare My Best Italy, che è in grado di offrire dei pacchetti turistici di incoming internazionale sfruttando e valorizzando le eccellenze italiane in 3 ambiti: enogastronomia, arte e sport.
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PROGRAMMA
giovedì 2 Luglio
Fabrizio Lollini
Le arti e Il cibo
Modalità ed esempi di un rapporto
Atti del convegno
In seguito al convegno internazionale di studi tenutosi a Bologna nel 2012, giovedì 2 luglio 2015, alle ore 18:30, presso Il Museo Internazionale della Ceramica (MIC) di Faenza, via Campidori 2 verrà presentato – dopo altre occasioni in cui il volume è stato raccontato a Bologna, Pollenzo e Bucarest, e prima di analoghi eventi a Venezia e a Milano – il volume Le arti e il cibo. Modalità ed esempi di un rapporto. Atti del convegno, opera curata da Sylvie Davidson e da Fabrizio Lollini, con la collaborazione di Michele Grasso, edita da Bononia University Press, e pubblicato alla fine del 2014. Durante la presentazione del volume, uno dei curatori del libro, Fabrizio Lollini, affronterà il tema del profondo e vasto rapporto del cibo con la cultura e le arti.
Le arti e il cibo. Modalità ed esempi di un rapporto. Atti del convegno nasce dall’esigenza di disporre di uno strumento scientifico che raccolga gli interventi che caratterizzarono il convegno internazionale del 2012. I curatori, Sylvie Davidson, già docente presso l’Università americana Dickinson College (Carlisle, PA), e direttore della sede bolognese di questo ateneo, e Fabrizio Lollini, docente e ricercatore di Storia dell’Arte medievale dell’Università di Bologna, si sono impegnati nella realizzazione di un’opera dall’elevato valore scientifico e, allo stesso tempo, divulgativo che non vuole quindi limitarsi soltanto ad un pubblico di specialisti o studiosi.
L’alimentazione rimane un’esperienza umana fondamentale, da coniugarsi necessariamente ad una profonda consapevolezza che permetta di superare una certa sovraesposizione mediatica dell’argomento. Il testo si presenta dunque come uno strumento di riflessione e arricchimento nei riguardi di un patrimonio culturale, quale è la gastronomia, che ha toccato, nel corso dei secoli, i più disparati ambiti della vita e della socialità dell’essere umano, incluso quindi il rapporto con le arti visive, la letteratura, il cinema, il teatro, la musica. Si tratteranno quindi tipologie illustrative del cibo nelle arti visive, quali i tacuina sanitatis o la natura morta, o ancora le botteghe, giù fino alla videoart; i film a tematica o ad ambientazione gastronomica; le letteratura, anche teatrale, che ha come argomento il cibo e la nutrizione; e i meno evidenti, ma pur fondamentali, rapporti del cibo con la teoria e la prassi musicale. Gli argomenti spaziano cronologicamente dal Medioevo sino, si può dire, ai giorni nostri.
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giovedì 9 Luglio
Paolo Marchi
XXL
50 piatti che hanno allargato la mia vita
Formato 14 x 21 cm
Pagine 144
Prezzo 16,90 euro
Editore Mondadori Electa
ESSERE GOLOSI E’ UN DIFETTO O UN PREGIO? …
È ANCOR PIÙ DI UN PREGIO: È UNA VIRTÙ.
Paolo è “il” goloso perfetto e questo libro lo dimostra. Dalle orribili pennette alla vodka di Leone alla perfezione della cipolla assoluta di Niko Romito, dall’improvvisato risotto alle cipolle di Rolly su un misero fornelletto allo stratosferico cyber egg di Scabin… c’è tutta la golosità abbinata all’umanità di Paolo Marchi, quella che diventa virtù. Oscar Farinetti
Da una parte un autore di eccezione, Paolo Marchi, dall’altra l’amore per il cibo e la curiosità del giornalista: da questo connubio nascono 50 storie collegate a 50 ricette che gli hanno cambiato la vita… e il giro-vita! Dai profumi e sapori dell’infanzia ai ricordi legati al padre Rolly, dall’incontro con Gualtiero Marchesi ai molti viaggi che lo hanno portato in giro per il mondo, l’autore racconta la storia della cucina italiana e non solo attraverso le sue esperienze e le sue molte avventure, dove si intrecciano cibo e convivialità, intraprendenza e ricerca. In una narrazione capace di far rivivere i momenti più importanti del suo percorso enogastronomico e di vita, prendono forma incontri e scontri con personaggi famosi, chef, amici, sommelier, giornalisti, pasticceri che con lui hanno condiviso un pezzo di vita e che hanno contribuito a fare di Paolo Marchi l’uomo che è oggi, uno dei grandi protagonisti del “pianeta gola”.
Paolo Marchi è nato a Milano nel 1955. Al “Giornale” per 31 anni, nel 2004 ha inventato Identità Golose, organizzata con Claudio Ceroni. Cuoco mancato, dà il meglio di sé a bocca piena. Nel 2014 ha ricevuto il “Premiolino” per la diffusione della cultura alimentare.
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Giovedì 16 Luglio
Pietro Leemann
Il sale della vita.
Un cuoco vegetariano alla ricerca della verità
Lo chef stellato Pietro Leemann, fondatore del Joia, unico ristorante vegetariano europeo insignito della stella Michelin, racconta e si racconta in un libro profondo e toccante. Un percorso professionale e spirituale ricco di umanità, la trasformazione di Leemann da onnivoro a vegetariano, spunti e riflessioni per una vita vissuta in armonia con tutte le creature e il creato, mangiando sano e con gusto. Un affascinante viaggio nelle cucine e nella cultura del mondo, a scoprirne la sostanza fisica e metafisica.
Dall’infanzia alla maturità, dai viaggi in giro per il mondo alla ricerca della verità e di se stesso, dai molti incontri al vissuto in grandi ristoranti alla nascita del Joia, in questo libro Pietro Leemann racconta la sua vita e la sua formazione, che lo hanno portato a diventare uno dei più stimati e interessanti chef nel panorama italiano ed europeo. Il suo percorso si svolge attraverso una lunga esperienza personale, in cui Leemann, estimatore del buono e del giusto, ha cercato di unire il benessere fisico a quello spirituale, nell’intento di armonizzare e di unire, attraverso una cucina naturale, rispettosa dell’ambiente e di tutte le creature, anima e corpo. Una vita da viaggiatore curioso e da ricercatore, dedicata alla conoscenza e all’alimentazione come strumenti essenziali per elevarsi spiritualmente, coltivando una vita sana nel fisico, nella psiche e nel Sé. Vita e studi sono divenuti la sua cucina, non statica ma in continua evoluzione, che è diventata a sua volta motore propulsivo della sua crescita interiore. Leemann affronta anche i dubbi che lo hanno accompagnato nelle sue scelte, uno sguardo sincero e senza filtri con l’intento di acquisire una sempre maggiore rettitudine interiore. Da un vero maestro della cucina naturale, un libro per capire quali motivazioni lo hanno portato a diventare vegetariano e a occuparsi del ruolo del cibo nella nostra vita nei suoi vari aspetti, fisico, psichico ed evolutivo. Nulla avviene per caso, siamo noi che determiniamo ogni cosa attraverso quelle scelte che possono proiettarci verso vette luminose e ricche di sostanza. Un modo di mangiare che unisce e non divide, a favore della pace e della fratellanza tra tutti gli esseri.
Pietro Leemann, nato in Svizzera nel 1961, dopo la scuola di istruzione alberghiera intuisce l’importanza del cibo come veicolo di relazione e ne intravede la complessità. Si dedica quindi alla cucina dai 16 ai 29 anni, attraverso lo studio, il lavoro e i viaggi in giro per il mondo. Dopo una formazione classica vive di persona la rivoluzione della nouvelle cuisine e della cucina creativa, facendo pratica con maestri del calibro di Angelo Conti Rossini, suo mentore, Gualtiero Marchesi e Fredy Girardet, illustri promotori degli importanti cambiamenti avvenuti in campo alimentare negli ultimi quarant’anni. Sempre più vicino all’idea che noi siamo ciò che mangiamo e amando profondamente gli animali, si radica in lui la scelta di diventare vegetariano. Affascinato dalle culture orientali nel 1986 approda in Estremo Oriente, dove soggiorna per due anni tra Cina e Giappone studiandone la cucina e la cultura, che si sono radicate nel suo pensiero e ne hanno determinato l’evoluzione. Nel 1989, assieme a un gruppo di amici lungimiranti, fonda a Milano il ristorante Joia, insignito negli anni di varie onorificenze e primo ristorante europeo vegetariano ad aver ricevuto nel 1996 la stella Michelin. Il Joia oggi è un punto di riferimento nel panorama europeo per una cucina sana e di qualità, un esempio di successo green, nel rispetto della natura e di chi la abita.
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Giovedì 23 Luglio
Massimo Orlandi
La terrà è la mia preghiera.
Vita di Gino Girolomoni padre del biologico,
Gino Girolomoni nasce in una famiglia contadina. Fin da piccolo si scontra con le difficoltà della vita. Vede nella civiltà rurale e nella cura della Madre Terra l’unico futuro possibile. Trova l’energia spirituale nelle piante e nella Bibbia. Con la moglie Tullia «inventa» l’agricoltura biologica in Italia.
Storia di un grande personaggio, troppo poco conosciuto.
Chi guarda le foto di Gino Girolomoni, con la barba bianca e lo sguardo severo ma luminoso, ritto nel suo amato campo di grano, con le spighe in mano, non ha difficoltà a immaginarselo nelle pagine delle sacre scritture. Come colui che guida il suo popolo attraverso il deserto, ispirato da una fede tenace e sapiente.
Così è stata la vita di Gino, padre dell’agricoltura biologica italiana, fondatore del mitico marchio «Alce Nero», paladino di Madre Terra e del mondo contadino in via d’estinzione, studioso della
Bibbia e tessitore d’incontri tra culture, religioni, fedi diverse. Un percorso straordinario, purtroppo interrotto da una morte repentina, il 16 marzo 2012.
Un cammino che viene esplorato da una bella biografia di Gino, «La terra è la mia preghiera» (Ed. Emi 2014), scritta dal giornalista e ricercatore spirituale Massimo Orlandi ospite della rassegna “Chicchibio tra ceramica cucina e cultura”, giovedì 3 luglio al M.I.C di Faenza
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Le serate sono a numero chiuso e su prenotazione al 0546 697311.
Progetto a cura di Daniela Corrente, MIC Faenza, con la collaborazione Gagarin Orbite Culturali.
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*il programma potrebbe essere suscettibile di variazioni
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